Codacons: “Nessun controllo su additivi e ingredienti delle sigarette”

PHILIP MORRIS OMS

Un esposto contro il ministero della salute e l’Istituto Superiore di sanità per il mancato rispetto delle direttive in materia di fumo. Mentre entravano in vigore, anche in Italia, le nuove regole sulle sigarette, il Codacons denunciava quelli che ritiene mancati controlli sugli additivi e gli ingredienti contenuti all’interno del tabacco.
L’art. 7 del D. lgs n. 184 del 2003 stabilisce che “I fabbricanti e gli importatori dei prodotti del tabacco trasmettono al ministero della Salute e al ministero dell’Economia e delle finanze l’elenco di tutti gli ingredienti utilizzati nella loro fabbricazione con le relative quantità, suddivisi in base alla marca ed al tipo”.
L’art. 4 del medesimo decreto prevede che “Con decreto del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, sono stabilite le ulteriori prove eventualmente richieste ai fabbricanti o agli importatori di tabacco, ai fini della determinazione del tenore di altre sostanze, contenute o derivate dai loro prodotti del tabacco, suddivise in base alla marca e al tipo, e della verifica dei loro effetti sulla salute, tenendo conto tra l’altro del pericolo di dipendenza che comportano”.
Il ministero quindi, spiega l’associazione presieduta da Carlo Rienzi, attraverso gli organi competenti come l’Iss, dovrebbe svolgere controlli su chi fabbrica le sigarette, mirati a verificare quali sostanze e additivi siano aggiunti al tabacco. Tuttavia, denuncia il Codacons, nel corso dell’ultimo Convegno sul Tabagismo la dottoressa Pacifici dell’Iss presentava il Rapporto Nazionale sul Fumo del 2014, da cui emergerebbe l’inesistenza di dati su tali controlli a causa della carenza di fondi. Il rapporto nulla dice riguardo a quali e quante sostanze – analizzate dall’Istituto – creano dipendenza, quali di queste creano maggiori danni alla salute e, se cancerogene, perché non vengono vietate dal ministero della Salute.
Il Codacons ha dunque chiesto alla Procura della Repubblica di Roma di verificare i fatti e se siano ravvisabili in capo al ministero e all’Istituto Superiore di Sanità fattispecie penali quali omissione di atti d’ufficio e omesso controllo e vigilanza.