Bpa, le alternative non sono più sicure

La cattiva fama del Bisfenolo A è ben nota ma anche i sostituti non scherzano. Il riferimento è al Bisfenolo S, il composto scelto da molte industrie come sostituto perché ritenuto più sicuro. Secondo una ricerca condotta dall’Università della California, si il Bpa che il Bps sono in grado di interferire con il sistema endocrino e riproduttivo, di alterare lo sviluppo embrionale, di anticipare la pubertà e incidere sulla fertilità.

“I nostri studi mostrano che realizzare prodotti in plastica con sostanze alternative al Bpa non li rende necessariamente più sicuri”, afferma l’endocrinologa Nancy Wayne che ha condotto lo studio.

La ricerca sui pesci zebra

Lo studio americano si è svolto osservando i pesci zebra: i ricercatori hanno notato che l’esposizione a bassi livelli di Bpa e Bps su questi tipi di pesci, ne altera la crescita allo stadio embrionale. Ma l’osservazione degli scienziati è andata oltre evidenziando un processo irreversibile dopo 25 ore a contatto dei pesci zebra con una quantità di sostanze equivalente a quella che si trova nelle acque inquinate dei nostri fiumi: gli embrioni si sviluppano più velocemente rispetto alle condizioni di normalità, la schiusa delle uova viene accelerata, provocando la nascita prematura degli animali.

La valutazione dell’Efsa

L’Efsa ha pubblicato la sua ultima e completa valutazione sull’esposizione dei consumatori al Bpa e sulla tossicità della sostanza a gennaio 2015 in cui si concludeva che i consumatori non corrono alcun rischio come conseguenza all’esposizione a questa sostanza. Ad aprile l’Agenzia ha annunciato una nuova revisione sulla sicurezza Bisfenolo A dopo che uno studio dell’Istituto nazionale olandese per la sanità e l’ambiente ha sollevato timori in merito agli effetti del Bpa sul sistema immunitario di feti e bambini piccoli.