Acque e glifosato: l’Emilia decide un piano straordinario di controlli

GLIFOSATO

“L’Arpa Emilia-Romagna avvierà un primo monitoraggio tra maggio e ottobre per l’analisi di glifosato e Ampa, il suo metabolita, su venti stazioni di acque superficiali della rete regionale.” È uno dei primi risultati della nostra inchiesta quello che ci comunicano i Servizi  “Prevenzione collettiva e sanità pubblica” e quello di “Tutela e risanamento risorsa acqua” della Regione Emilia-Romagna, la stessa in cui – in località Campogalliano, provincia di Modena – è stato ritrovato il metabolita del glifosato in quantità superiori ai limiti di legge. Aimag, l’azienda che fornisce i servizi idrici in quella zona, al momento della pubblicazione dei risultati, aveva fatto notare che non esiste ad oggi un obbligo di legge che imponga di cercare glifosato nell’acqua.

L’INTERROGAZIONE IN PARLAMENTO

In questi giorni sembra che qualcosa si stia muovendo, in questa direzione. L’onorevole democratico Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente, ha depositato un’interrogazione parlamentare affinché si cominci a effettuare questo tipo di analisi. E la Regione Emilia-Romagna, dal canto suo, in collaborazione con il Servizio Fitosanitario ha operato una valutazione su quali aree fossero da sottoporre a monitoraggio, sulla base dell’utilizzo del prodotto. Per questo motivo, quindi, sono state privilegiate le stazioni in chiusura di bacino idrografico e quelle della rete ambientale, anche ad uso potabile. In questo modo, i risultati dei monitoraggi consentiranno di acquisire un quadro conoscitivo sulla presenza e diffusione della molecola sul territorio regionale.

SEGNALI IMPORTANTI

“Una buona notizia – commenta Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna – è da tempo che chiediamo di dare dei segnali sul fronte dell’uso di pesticidi e quindi anche del glifosato”.

Proprio pochi mesi fa Legambiente aveva prodotto, infatti, uno studio sui pesticidi che aveva dato risultati preoccupanti: “Il punto è che non esiste una metodicità nei controlli; l’ultimo dossier prodotto da Ispra raccoglieva i dati di 2-3 anni fa…”, spiega Frattini. Che aggiunge: “Nel canale del bacino del Secchia sono stati riscontrati picchi enormi di pesticidi. Se non si hanno dati aggiornati come si possono costruire politiche?”, si chiede il presidente di Legambiente.

L’ESEMPIO DELLA TOSCANA

L’associazione è uscita proprio mercoledì con un comunicato molto duro nei confronti della Regione Emilia-Romagna, condiviso con il coordinamento regionale ‘Pesticidi, no grazie’ e l’ordine dei medici e chirurghi di Forlì-Cesena, critici verso una recente delibera (Prot 541 del 18 aprile 2016) – che costituisce uno degli strumenti di attuazione del Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei pesticidi – considerata riduttiva anche rispetto alle direttive europee. Il Coordinamento ha ricordato alla Regione che la vicina Toscana ha da luglio scorso vietato l’utilizzo del glifosato per usi extra-agricoli: “Già questo sarebbe un segnale importante da dare alla collettività”, sottolinea Frattini. Importante, per Legambiente, che la Regione valuti anche l’impatto sanitario associato all’uso di prodotti fitosanitari.

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Ed è proprio con la Toscana – che dispone della strumentazione necessaria all’analisi del glifosato e del suo metabolita (AMPA) – che l’Emilia-Romagna ha attivato una convenzione, visto che il monitoraggio del glifosato richiede la dotazione di accessori strumentali con applicazione di metodiche complesse.

SERVONO PIU’ CONTROLLI

Ad assicurare, poi, un impegno nella  direzione dei controlli è anche Leonardo Di Gioia, assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia e coordinatore della X Commissione Politiche agricole, nell’ambito della Conferenza delle Regioni: “In sede di Commissione Politiche agricole dobbiamo, di certo, darci il compito di monitorare e valutare le indicazioni tecniche e i vincoli, pur attendendoci rigorosamente a ciò che la scienza dice rispetto ai limiti di perfetto utilizzo, trattandosi di sostanza inquinante. Si deve ragionare secondo i criteri dell’evidenza scientifica. Se c’è qualcuno che viola le leggi e utilizza tale sostanza in modo elevato rispetto ai limiti consentiti  e nelle condizioni in cui non dovrebbe, questo è reato. Le leggi sono sicure, ciò che di certo va fatto, è un maggior controllo e un monitoraggio“.

CAMPOGALLIANO: IL SINDACO IN PRIMA LINEA

Il sindaco di Campogalliano Paola Guerzoni, dal canto suo, ha mostrato da subito lungimiranza e anche grande attenzione verso i suoi cittadini: “Anzitutto siamo confortati dai dati forniti dall’Azienda USL che confermano la potabilità dell’acqua di Campogalliano – le sue parole -. Allo stesso tempo chiediamo che le autorità competenti, a livello europeo e non solo, presidino in modo sempre più stringente il tema della salvaguardia della salute di tutti, adottando misure ancor più rigorose relativamente ai pesticidi utilizzati in agricoltura, incentivando quel principio di precauzione che dev’essere la stella polare di qualsiasi azione normativa. Peraltro, come primo cittadino, accolgo positivamente iniziative di analisi e controllo come quella resa nota dalla rivista “Test-Salvagente”, perché forniscono un contributo a mantenere alta l’attenzione su un tema – quello della salute pubblica – di imprescindibile rilevanza per tutti noi”.