Concorrenza, Dona: “Serve una nuova vera lenzuolata”

In un anno e mezzo di gestazione la legge annuale sulla Concorrenza ha visto passare un ministro dello Sviluppo economico, dicastero nel quale è stata concepita, – Federica Guidi ha rassegnato le dimissioni dopo lo scandalo scoppiato attorno al suo interessamento per un emendamento approvato nella legge di Stabilità che avrebbe favorito il fidanzato coinvolto nell’affaire Tempa Rossa – un viceministro di peso come Carlo Calenda – volato a Bruxelles per volere di Renzi come ambasciatore presso la Ue suscitando un terremoto nel mondo delle feluche -, ha subito innumerevoli condizionamenti da parte delle lobby e tantissimi rinvii tanto che è ancora ferma in commissione Industria presieduta dal senatore Massimo Mucchetti.

Mucchetti: “Raddrizziamo la legge”

Il quale ieri sul suo blog è stato molto netto e, pur ribadendo di “non aver perso la speranza per raddrizzare il ddl concorrenza” ha puntato il dito: “Tempa rossa humanum, Enel diabolicum. (…) Non possiamo far finta di non vedere il conflitto di interessi ben maggiore che è recentemente emerso nell’azione di governo dell’ex ministra e che coinvolge la maggioranza. Nel ddl Concorrenza si prevede il superamento del servizio in maggior tutela nell’ambito del mercato elettrico, già liberalizzato nel 2007, in modo tale da favorire l’Enel e danneggiare i consumatori. La Ducati Energia, azienda bolognese che appartiene alla famiglia Guidi, è fornitrice dell’Enel.  È stato finora inutile ogni tentativo di convincere il ministero e la maggioranza a correggere la distorsione della concorrenza insita nel suo modo di superare la maggior tutela”. E conclude amaro il senatore Mucchetti: “Se la telefonata per l’emendamento sblocca Tempa Rossa può essere umanamente capita e perdonata, non politicamente, ma confermare questo favore all’Enel sarebbe diabolico“.

Unc, il governo ha dimenticato le liberalizzazioni

Quello del superamento della maggiore tutela purtroppo è solo una delle tante – troppe – ombre che si allungano sulla legge. Le elenca Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione nazionale consumatori: “La legge, almeno così come è il testo attuale, non apre alla concorrenza molti settori e quindi non consente al cittadino di risparmiare in molti ambiti. Sotto la spinta corporativa dei tassisti, il trasporto pubblico non si apre a realtà tecnologiche concorrenziali come quella di Uber; la cancellazione definitiva delle penali in caso di disdetta dei contratti di telefonia resta una promessa; i farmaci di fascia C non potranno essere venduti dalle parafarmacie; lo sviluppo delle cliniche odontoiatriche low cost resta bloccato. In tutto questo, paradossalmente, la legge promuove una liberalizazzione, ovvero il superamento del mercato tutelato dell’energia che di fatto penalizza gli utenti in quanto le tariffe del mercato libero sono più alte“.

“Lenzuolata forse è una parola demodè?”

Qualche misura in ambito assicurativo (sconto per chi installa la scatola nera, tariffa unica nazionale per gli automobilisti virtuosi) e alcune norme di semplificazione amministrativa per le aziende ci sono e possono contribuire a rendere più facile la vita degli italiani. Ma sono poca cosa. Lo stesso professor Francesco Giavazzi dalle colonne del Corsera ha criticato “una buona proposta di legge è stata via via svuotata” anche se ha aggiunto “lasciar perdere e far decadere la legge sarebbe tuttavia un errore”.

Eppure si può ancora intervenire visto che il pacchetto degli emendamenti non è stato ancora definitivo e dopo il voto in commissione c’è l’aula. “Al governo Renzi – auspica Dona – chiediamo la stessa determinazione che ha avuto con le riforma della scuola, del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione. Altrimenti dovremmo pensare che la parola ‘concorrenza’ non la si voglia far entrare nel vocabolario di palazzo Chigi. Insomma, usando l’ironia, capisco che la parola ‘lenzuolata’ può essere per il presidente del Consiglio una parola demodè eppure servirebbe proprio un intervento legislativo di quelllo stampo che sappia investire tutti gli ambiti della vita quotidiana dei cittadini con norme di semplificazione, concorrenziali, capaci di favorire prezzi convenienti per tutti. In poche parole: più la legge sarà complessiva tanto più darà l’impressione di non essere una crociata contro qualcuno ma per i benefici di tutti“.

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