Norovirus nei lamponi surgelati, scatta il ritiro in Francia

formatfüllende Makro-Ansicht auftauender Himbeeren mit vereinzelten Frostkristallen

Dopo i focolai in tutta Europa di Epatite A da frutti di bosco congelati, la Direzione generale per la concorrenza, i consumatori e la repressione frodi ha sottolineato un “rischio emergente per la salute pubblica” derivante dal norovirus rilevato in alcune confezioni di lamponi surgelati. Il prodotto è stato ritirato a scopo precauzionale dalla catena di supermercato specializzata nei surgelati, Picard secondo cui la contaminazione sarebbe avvenuta nella fase di confezionamento. In Italia, Picard è presente con 37 punti vendita situati in Lombardia, Liguria, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

Cosa sappiamo del norovirus

Le infezioni causate da norovirus si manifestano soprattutto in contesti comunitari, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle scuole o, tipicamente, in ambienti confinati, come per esempio le navi da commercio e da crociera. Il periodo di incubazione del virus è di 12-48 ore, mentre l’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. I sintomi sono quelli comuni alle gastroenteriti, e cioè nausea, vomito, soprattutto nei bambini, diarrea acquosa, crampi addominali. In qualche caso si manifesta anche una leggera febbre. La malattia non ha solitamente conseguenze serie, e la maggior parte delle persone guarisce in 1-2 giorni senza complicazioni. Normalmente, l’unica misura è quella di assumere molti liquidi per compensare la disidratazione conseguente a vomito e diarrea. In particolare, la disidratazione può rappresentare una complicazione più seria per i bambini, gli anziani e i soggetti con precario equilibrio metabolico o cardiocircolatorio, e può quindi richiedere una certa attenzione medica. Non esiste un trattamento specifico contro il norovirus, né un vaccino preventivo.

Il precedente: virus dell’epatite A nei frutti di bosco

L’allerta francese non può non farci ricordare la contaminazione del virus dell’epatite A nei frutti di bosco congelati che scattò nel 2013 dopo che in Danimarca le autorità sanitarie avevano segnalato un incremento anomalo di casi di epatite A (che poi avevano interessato anche Finlandia, Norvegia e Svezia) e avevano individuato la fonte dell’infezione in uno uno “smothie” (un frullato) a base di frutti di bosco congelati. Era aprile e nel giro di pochi mesi il ritiro dal mercato di frutti di bosco congelato avrebbe interessato diversi marchi e diversi paesi – europei e non – tra cui l’Italia.