Epatite A nei frutti di bosco congelati, allerta in Nuova Zelanda

Fsl Food ha ritirato dal mercato neozelandese alcuni tipi di bacche congelate della marca Fruzio dopo il verificarsi di 4 casi di Epatite A tra ottobre e novembre. Si tratta di prodotti di importazione cinese: le qualità ritirate sono i frutti di bosco, le fragole e le more. Un’allerta che non va minimizzata. Nel 2013, la contaminazione del virus dell’epatite A nei frutti di bosco congelati scattò dopo che in Danimarca le autorità sanitarie avevano segnalato un incremento anomalo di casi di epatite A (che poi avevano interessato anche Finlandia, Norvegia e Svezia) e avevano individuato la fonte dell’infezione in uno uno “smothie” (un frullato) a base di frutti di bosco congelati. Era aprile e nel giro di pochi mesi il ritiro dal mercato di frutti di bosco congelato avrebbe interessato diversi marchi e diversi paesi – europei e non – tra cui l’Italia.

Cosa sappiamo del virus dell’epatite A nei frutti di bosco

Non è semplice circoscrivere l’allerta perché, in teoria, potrebbero essere a rischio anche i prodotti che utilizzano frutti di bosco non lavorati. Il virus dell’epatite A è in grado di resistere in cibi e superfici contaminate per diversi anni a temperature di -20°C. Per questo il rischio si potrebbe nascondere anche in alimenti che ne prevedono l’uso come ingrediente. E che non hanno subito cottura. Tra questi:

– yogurt (con i frutti di bosco)

– torte (guarnizione)

– pasticcini (guarnizione)

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– gelato (al gusto di)

– frullati (al gusto di)

-centrifughe (con i frutti)

Il virus si rivela molto debole nei confronti della cottura. A 100° bastano 3 minuti per distruggerlo. E questo mette al sicuro i prodotti che contengono derivati da frutti di bosco, ottenuti con la cottura degli stessi. Come:

– marmellate

– snack e merendine farcite

– gelatine

– salse

– creme

– pasticcini ripieni

– succhi di frutta (pastorizzati a lunga conservazione)