Modonesi: “Da Aboca un campanello d’allarme da non sottovalutare”

“Non so cosa dirvi: potrebbe essere una scelta irrevocabile o una provocazione”. Carlo Modonesi è professore di Ecologia umana all’Università degli Studi di Parma, ed è membro del Gruppo Pesticidi dei Medici per l’Ambiente (ISDE). Al telefono, sollecitato da il Test-Salvagente, risponde sulla clamorosa scelta di Aboca di lasciare la Toscana a causa dei troppi pesticidi presenti nell’ambiente e di delocalizzare in Marocco.

“In ogni caso non stupisce la presa di posizione della famiglia Mercati (i proprietari di Aboca, ndr) e qualunque delle ipotesi porta a due dati di fatto incontrovertibili”.

Quali professor Modonesi?

Il primo è che le autorità debbono avere più attenzione sull’uso-abuso dei pesticidi e sulla contaminazione che ha profondi effetti economici. Pensate solo ai danni che produce su chi decide di fare agricoltura biologica…

L’altra ragione della clamorosa svolta di Aboca?

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Far capire con atti concreti che chi fa bio è profondamente arrabbiato. E non ha torto. Oltre ai danni che subiscono coltivando a poca di stanza da chi non risparmia l’uso di erbicidi e insetticidi subiscono la beffa di dover certificare, farsi controllare e spendere per garantire che il loro prodotto sia biologico.

Ma delocalizzare e mantenere le stesse garanzie non sarà facile…

Conosco la filiera di Aboca e molti di quelli che lavorano nei laboratori dell’azienda e i criteri di importazione che seguono, il monitoraggio che mettono in atto prima di ricorrere a materia prima esterna sono molto rigorosi.