Occhiali da sole: è cosa da bambini

Un accessorio di moda, magari da portare solo per qualche mese, fino a che non ci si è stancati e si cambia “look”. Perché investirci molto, dunque? Specie quando l’occhiale da sole è destinato alle piccoli pesti che potrebbero romperlo, graffiarlo, perderlo…
Meglio spendere 5-10 euro e acquistarlo in uno dei tanti banchetti improvvisati agli angoli delle nostre strade o dai venditori ambulanti onnipresenti sulle spiagge.
È questa la valutazione che si fa comunemente (alzi la mano chi non ha mai ceduto alla tentazione). Ed è sbagliata.

Per una ragione tanto semplice quanto evidente: l’occhiale da sole è un dispositivo di protezione individuale (così lo classificano le leggi) che può difendere o danneggiare la salute degli occhi.
I rischi di danni provocati dalle radiazioni solari non sono pochi: nel breve periodo un’esposizione intensa e non “schermata” può dare luogo a infiammazioni e irritazioni della congiuntiva e della cornea, che si manifestano con rossore degli occhi, fotofobia e dolore ma tendono a scomparire dopo pochi giorni. A lungo andare, però, chi non si protegge adeguatamente può incorrere in malattie come la cataratta e la degenerazione maculare senile.

“OCCHIO” AI BAMBINI
L’età più delicata, quella in cui i danni sono più frequenti e finiscono per accumularsi per poi diventare evidenti solo più tardi, è quella dei bambini. Per capirne l’importanza basti considerare che in un neonato (sotto l’anno di età) il 90% degli UvA e il 50% degli UvB arrivano alla retina, per la trasparenza del cristallino. In un adolescente di 13 anni gli UvA che passano si riducono al 60% e gli UvB al 25%. In un adulto solo  l’1,5% della radiazione ultravioletta arriva al cristallino.
Risulta evidente quanto sia importante la protezione di bambini e ragazzi. Fino agli 11 anni, anzi, i medici consigliano l’uso di lenti da sole anche all’ombra per evitare problemi. E per nessuna ragione la scelta di occhiali giocattolo, non adeguati né controllati.

IL COLORE MIGLIORE
Se parliamo di quello delle lenti, il colore può influire sul comfort della visione. Le lenti tendenti al grigio, per esempio, sono le più raccomandate dato che permettono una visione fedele dei colori.
Tonalità gialle e arancioni sono più adatte agli ambienti con debole luminosità.
Quelle verdi rinforzano la percezione dei colori blu e verdi.
Blu e rosa sono da evitare, dato che alterano fortemente la percezione dei colori e non andrebbero mai indossate alla guida.
Questo in linea generale. Per chi soffre di disturbi della vista possono valere regole diverse. Gli ipermetropi, per esempio, dovrebbero tenersi alla larga da lenti gialle o marroni.

L’ETICHETTA
Dal 1° luglio 1995 tutte le lenti da sole devono riportare in etichetta l’indicazione del potere filtrante, da zero a 4. Si tratta di un indice che corrisponde alla quantità di radiazioni visibili schermate dall’occhiale.  Ecco, di seguito, le 5 classi previste dalla normativa europea.

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  • occhiali solo di conforto: potere filtrante quasi nullo, la lente attenua un poco la luminosità .
  • insolazione attenuata: la protezione è debole, difende solo dall’abbagliamento.
  • occhiali per una luminosità media.
  • lenti consigliate per luminosità.
  • modelli riservati alle condizioni estreme a luminosità solare eccezionale (mare, montagna, neve). Non indicati per la guida dell’auto.

I FILTRI SOLARI POSSONO ESSERE…

  • Fotocromatici: si scuriscono al sole e schiariscono all’ombra, adattandosi meglio a condizioni di luminosità variabile.
  • Polarizzanti: filtrano anche i riflessi e, oltre a proteggere gli occhi, migliorano la visibilità.
  • Degradanti: particolarmente adatti alla guida perché grazie al loro disegno permettono una notevole attenuazione della luce solare e una visibilità della strada ottimale.

Se l’effetto filtrante può facilmente essere rilevato dalle indicazioni di etichetta, però, un po’ più difficile è capire il grado di protezione contro gli ultravioletti, la frazione di radiazioni non visibili, che sono anche quelle che fanno più danni agli occhi. Qui non resta che affidarsi alla dichiarazione del produttore che spesso indica la quantità di Uv filtrati. Tenendo presente il policarbonato è uno dei materiali più efficaci contro il passaggio di queste radiazioni.

IL MARCHIO CE
Obbligatorio, indica che il prodotto risponde ai requisiti di conformità di sicurezza europea. Oltre a essere facilmente (e frequentemente) falsificato, però, questo marchio non garantisce una protezione al 100% contro gli Uv.