Anticoncezionali di nuova generazione? Pericolosi (ma gratis in Italia)

A pretty young woman looking at her contraceptive pills. Shallow depth of field, the focus is on the pills.

La conferma arriva da uno studio appena pubblicato sul British Medical Journal e realizzato su 10.500 donne tra 15 e 49 anni con trombosi venosa: gli anticoncezionali di ultima generazione hanno maggiori rischi per chi li assume di quelle precedenti. E i pericoli sono di tromboembolismo e embolia polmonare.

L’ENNESIMA CONFERMA

Un allarme, per la verità, non nuovo, dato che  già nel 2013 l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha avviato una revisione su questi farmaci per far luce sulla loro eventuale pericolosità. L’allerta era partita dalla Francia dove si erano verificati alcuni casi di trombosi e ictus che potrebbero essere associati all’uso di questi contraccettivi. Così il ministero della Salute francese aveva raccomandato alle donne di usare cautela per queste pillole che andrebbero prescritte solo dopo un’accurata visita della donna e dopo che è stata esclusa la presenza di fattori di rischio di trombosi.
Non solo, la Francia aveva fatto di più, decidendo di non rimborsare più le pillole di terza e quarta generazione, invitando i medici a prescrivere quelle, un po’ più antiquate, di seconda.

SCONSIGLIATE IN FRANCIA, GRATIS IN ITALIA

In Italia, come aveva dimostrato un’inchiesta del Salvagente, tutto è passato sotto silenzio e senza che si prendessero decisioni analoghe a quelle d’Oltralpe.
Da noi, beffa delle beffe, le sole pillole che le donne possono ottenere gratuitamente sono quelle meno sicure. In effetti a essere inseriti dall’Aifa nella “fascia A” (quella dei farmaci rimborsati interamente dal Servizio sanitario nazionale) sono proprio i contraccettivi a base di gestodene e desogestrel, ossia le penultime comparse sul mercato in ordine di tempo.
Così aveva dichiarato al Salvagente Eleonora Cirant, giornalista che ha curato diverse inchieste su questi temi: “La rimborsabilità delle pillole più sicure era la prima delle cinque proposte che l’assemblea ‘Libere di scegliere’  (che un anno fa ha riunito a Roma operatrici, operatori, associazioni e singole donne, ndr) ha presentato all’Aifa per rendere più accessibile, sicura e libera la contraccezione in Italia”.
Purtroppo le cose in Italia non sono così semplici: “Evidentemente in molti pensano che il piacere sessuale senza riproduzione debba essere a pagamento e che le donne italiane possano permettersi di spendere 15 euro al mese per la contraccezione”.

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LA SCHEDA
ANTICONCEZIONALI A CONFRONTO

Pillole anticoncezionali combinate
Sono contraccettivi orali composti dall’associazione di due ormoni femminili: un estrogeno e un progestinico. Il componente estrogenico più comunemente utilizzato è l’etinilestradiolo. Mentre il diverso progestìnico usato determina la “generazione” della pillola, con riferimento esclusivamente al periodo di immissione in commercio.

Pillole di seconda generazione
Commercializzate a partire dal 1973 sono sono quelle che contengono come progestinico il levonorgestrel o il norgestrel. Dopo un’opportuna riduzione dei dosaggi restano il miglior contraccettivo orale, più sicuro rispetto al rischio di trombosi.

Pillole di terza e quarta generazione
Le prime contengono come progestinico il desogestrel o il gestodene e sono entrate in commercio a partire dal 1984. Quelle cosiddette di quarta generazione sono le pillole comparse più recentemente (2001) e in associazione alla componente estrogenica contengono il drospirenone, il dienogest e il chlormadinone. Entrambi questi anticoncezionali sono stati oggetto recentemente di una rivalutazione da parte dell’Ema.

Il rischio di tromboembolia venosa
A ottobre 2013 la Commissione per la valutazione dei rischi in materia di farmacovigilanza dell’Ema ha confermato che il rapporto beneficio/rischio delle pillole anticoncezionali combinate è positivo. Nello stesso tempo ha sottolineato che il rischio tromboelitico, benché flebile, è superiore nelle donne che usano le pillole combinate rispetto a quelle che non le prendono. Infine il Prac ha concluso che il rischio stimato di tromboembolia venosa è più alto con le pillole che usano come progestinico il gestodene, il desogestrel e il drospirenone rispetto a quelle che usano il levonorgestrel (di seconda generazione).