Pensioni, dal 1° agosto via ai mini-rimborsi da 278 a 750 euro

Un mini-rimborso da 278 a 750 euro – destinato a chi ha una pensione lorda mensile compresa tra 1.405 e 3.200 euro – per la mancata rivalutazione dell’assegno deciso dal governo Monti con il decreto “Salva Italia” per il biennio 2012-2013. L’importo sarà accreditato il primo agosto, peserà per 2,18 miliardi di euro e riguarderà circa 4 milioni di pensionati. Un altro milione di cittadini, con un trattamento superiore ai 3.200 euro, sarà invece escluso dal beneficio della una-tantum. Sono questi gli effetti del decreto legge approvato oggi il governo con il quale spera di disinnescare la bomba sui conti pubblici “accesa” dalla sentenza della Corte Costituzionale sul mancato adeguamento delle pensioni al costo della vita.

Una-tantum il 1° agosto

Il 30 aprile scorso la Consulta aveva giudicato illegittimo il blocco all’indicizzazione degli assegni Inps superiori di tre volte il minimo (pari a 1.405 nel 2011) che, per necessità di contenimento della spesa pubblica, il governo Monti aveva deciso per il biennio 2012-2013. La sentenza della Corte Costituzionale ha aperto le porte agli indennizzi anche se – è bene ricordarlo – non ha mai indicato un rimborso integrale di quanto perduto in termini di mancata indicizzazione dagli aventi diritto ma chiedeva di tutelare i redditi più bassi. Il governo è dovuto correre ai ripari per evitare altri pronunciamenti negativi anche se nessuno è convinto fino in fondo che con questo decreto si possa mettere la parola fine alla vicenda. Di sicuro l’operazione di restituzione una-tantum, il cui accredito avverrà il 1° agosto – limita di molto il rimborso effettivo che spetterebbe alla platea dei beneficiari. E non si esclude una nuova ondata di ricorsi.

Magro risarcimento

“Il provvedimento – spiegano dalla Cgia di Mestre – interesserà 4 milioni di pensionati che riceveranno, in un’unica tranche ad agosto, un importo complessivo pari a 2 miliardi di euro. Pertanto, il rimborso promesso dal Governo equivale all’11,1 per cento dell’impatto complessivo della sentenza della Consulta (18 miliardi di euro)”. La Cgia ha calcolato che il rimborso totale spettante alle diverse fasce di reddito va da un minimo di 1.674 euro (da 1.405 a 1.500 euro lordi al mese) a 3.800 per chi sta tra i 2.500 euro e i 2.999 di pensione, ma riceveranno molto meno.

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L’Ufficio di bilancio della Camera ha calcolato che un pensionato con un trattamento mensile pari a 3,5 volte il minimo (1.639 euro nel 2011) nel 2012 con il blocco della rivalutazione ha ricevuto un assegno più basso di 567 euro; nel 2013 per effetto anche del trascinamento la perdita sale a 1.214 euro. Cifre importanti che tuttavia non saranno mai completamente restituite. Il rimborso varia a seconda dell’importo delle pensioni: 750 euro andranno a chi riceve i trattamenti più bassi; 450 euro verranno accreditati a chi ha una pensione da 2.200 euro lordi mentre 278 aa chi prende 2700 euro. Esclusi dal beneficio chi ha una pensione superiore a 3.200 euro.

Le reazioni

“Nessuno perderà un euro”, aveva promesso il premier Matteo Renzi che oggi ha invece polemizzato con il tandem Monti-Fornero autori della norma del 2011: “Suona paradossale la critica in bocca di chi l’ha votata. È il colmo che ora dicano che bisogna restituire tutto, è ridicolo. Noi siamo qui a correggere errori di altri”.

Restano critici i sindacati a cominciare dallo Spi Cgil: “Bene che si parta dalle pensioni medio-basse ma Renzi non se la può cavare con un bonus una-tantum”. Anche per la Uil Pensionati il provvedimento “è certamente meglio di niente, ma un bonus una tantum non basta ora bisogna trovare una soluzione che affronti non solo il problema della restituzione”.

Più dure le associazioni dei consumatori: “Se entro fine mese l’Inps non pagherà scatteranno le azioni legali e i decreti ingiuntivi per l’esercizio dei diritti dei pensionati”, spiega Elio Lannutti, presidente di Adusbef che annuncia battaglia insieme a Federconsumatori, contro “le carità pelose per vincere le elezioni”.

Con il decreto approvato oggi infine il governo ha anche modificato il calendario dei pagamenti Inps: l’Istituto da giugno verserà tutti gli assegni pensionistici il primo di ogni mese.