“Non biomassacriamoli”, Novaledo contro la centrale

Vette imbiancate che si stagliano imponenti su vallate in fiore… Ecco la cartolina romantica del Trentino, scolpita nell’immaginario collettivo. Chi sospetterebbe mai che invece ci sia anche lassù il problema dell’inquinamento, con relative manifestazioni di protesta dei cittadini?
È il caso di Novaledo, piccolo comune della Valsugana, dove la Provincia di Trento ha autorizzato la costruzione di una centrale elettrica alimentata a biomassa. Un impianto che andrebbe ad aggravare la situazione di “un territorio classificato dalle autorità provinciali nella zona A di risanamento del fondovalle” − ovvero che già ora necessita di risanamento della qualità dell’aria –, come dichiarano i cittadini riunitisi nel Comitato S.A.NO. (Salute e Ambiente a Novaledo e in Valsugana).
“Quel bruciatore entrerà in funzione in un’area metanizzata (tra Levico Terme e Borgo Valsugana) – denuncia il Comitato − e non vocata alla produzione di legname, dove sono presenti acciaierie e altri stabilimenti industriali che sommano i loro inquinanti a quelli presenti nei terreni e nelle falde della vicinissima ex Cava di Monte Zaccon: polveri sottili e agenti cancerogeni sono in aumento. Poi c’è la strada statale SS 47, ad alta intensità di traffico con 19.000 automezzi che vi transitano ogni giorno, dei quali 3.200 pesanti”. Infatti, sostiene il Comitato supportato nella battaglia dall’associazione dei consumatori Konsumer Italia, l’approvvigionamento di legname fuori regione per produrre biomassa incrementerebbe ulteriormente la concentrazione di mezzi pesanti sulla statale.
Inoltre “si ricorrerà a coltivazioni intensive sfruttate per la sola produzione di combustibile – ammonisce Alessandro Giambruno, responsabile Konsumer per l’efficienza energetica e le Energie rinnovabili − con pesante utilizzo di fertilizzanti e pesticidi al fine di aumentarne la produttività, tutto a discapito dell’ambiente e delle coltivazioni per uso alimentare. La biomassa (‘frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica’ di organismi animali o vegetali, e dei ‘rifiuti industriali e urbani’; come recita la Direttiva Europea 2009/28/CE) è un’energia rinnovabile che deve essere utilizzata solo per ridurre l’impatto ambientale”.

Marmellate ed energia
E invece, piuttosto che essere impiegata per offrire teleriscaldamento alle famiglie residenti nei paesi circostanti, con relativo “spegnimento” di molte caldaie private, la centrale fornirà principalmente energia elettrica da rivendere in rete: “Oltre a far fronte alle necessità della Menz&Gasser  – denuncia Cosimo Cordaro, presidente di Konsumer Trentino Alto Adige Südtirol −, l’unica autentica beneficiaria della sua realizzazione, con cui siamo in attesa di poterci confrontare”. La Menz&Gasser è l’industria di marmellate e confetture dove la società Novaledo Energia è stata autorizzata dalla Provincia di Trento a costruire l’impianto, senza mai interpellare i cittadini. Cittadini che, imbavagliati per protesta di fronte a una decisione calata dall’alto, il 22 aprile scorso hanno consegnato al Presidente del Consiglio provinciale di Trento Bruno Dorigatti una petizione per chiedere il riesame della Determinazione della concessione alla realizzazione dell’impianto.
Sempre a Trento, il 24 aprile, in una conferenza stampa tenuta dal presidente nazionale Fabrizio Premuti, Konsumer Italia ha sostenuto e spiegato il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato da undici famiglie di Novaledo che ne chiedono l’annullamento dell’autorizzazione alla costruzione. Il ricorso è stato predisposto dall’avvocato Michele Greco (docente universitario alla Cattolica di Brescia ed esperto di diritto ambientale), il quale ha rilevato con la sua équipe l’esistenza di numerosissimi profili di criticità ambientale e sanitaria: “Per sostituire le caldaie a metano attualmente in uso, la nuova centrale brucerà circa 18.000 tonnellate l’anno di materiale legnoso ed erboso (circa 60 quintali giornalieri). Dal confronto tra le emissioni ante e post operam risulta un incremento del 67% di monossido di carbonio, del 148% degli ossidi di azoto, del 1.937% di anidride solforosa, assieme a nuove emissioni di PM10 (1.800 kg/anno) e ammoniaca (900 kg/anno) che verranno riversati in atmosfera in una zona caratterizzata da una quasi totale assenza di venti e da una forte inversione termica”. Al ricorso sono stati allegati i risultati delle analisi che alcuni cittadini di Novaledo hanno fatto con la dottoressa Giustina Claudatus (medico specializzato in Medicina Ambientale e Clinica alla Scuola di Bolzano) che evidenziano una contaminazione dovuta alla presenza di metalli pesanti nei corpi di quattro ricorrenti. Dati che potranno essere usati in futuro per confrontarli con quelli da realizzare quando la centrale sarà attiva, per dimostrare così la sua incidenza negativa sulla salute.

Sul piede di guerra
Secondo l’avvocato, le amministrazioni si sarebbero macchiate di “assoluta carenza di informazione alla popolazione; illegittima esclusione del progetto dalla Valutazione di impatto ambientale (Via); violazione delle norme in materia di emissioni in atmosfera; manifesta incoerenza del progetto con il Piano energetico provinciale e con il Piano di azione per le biomasse. Niente è stato valutato – conclude – tanto che vicino all’area c’è un asilo, la scuola comunale, un parco giochi e le abitazioni; siamo pronti a chiedere un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea”. Insomma, il Comitato S.A.NO., Konsumer Italia e tutta la Valsugana hanno già affilato le armi per difendere i diritti dei cittadini e dell’ambiente, ma anche per conservare nella memoria collettiva quella fotografia del Trentino Alto Adige che continua a far sognare.