Antibiotico-resistenza, l’allarme Ocse. In Italia raddoppiata in 10 anni

antibiotici

L’antibiotico-resistenza sta diventando un problema sempre più grande per le politiche sanitarie internazionali. E l’Italia, nello specifico, è il terzo Paese con un tasso maggiore di resistenza al trattamento a base di questo tipo di farmaci, dietro soltanto alla Turchia e alla Grecia. A lanciare l’allarme è l’Ocse, l’organizzazione internazionale per la Cooperazione e lo sviluppo economico, che ha pubblicato un nuovo rapporto sul consumo di antibiotici con dati aggiornati al 2014.

Infezioni comuni a rischio fatalità

I pazienti più resistenti ai farmaci “richiedono più cure intensive e costose e hanno maggiori probabilità di essere ricoverati in ospedale” spiega il rapporto che sottolinea anche i costi aumentati per il sistema sanitario. “Gli ospedali spendono, in media, tra i 10.000 e i 40.000 dollari per il trattamento di un paziente infettato da batteri resistenti”. “Stiamo andando – continua il rapporto –  verso una ‘era post-antibiotica’, dove le infezioni comuni possono ancora una volta essere fatali”.

Italia tra i peggiori

Andando a vedere i nudi dati, negli ultimi anni il consumo di antibiotici nei paesi Ocse, è cresciuto in media del 4%, a causa anche dell’elevato utilizzo che se ne va negli allevamenti, le cui tracce vengono assorbite dagli umani tramite l’alimentazione. La media è di 20,5 dosi ogni 1.000 abitanti. L’Italia, dove il consumo è cresciuto del 6% negli ultimi dieci anni, ne consuma 27,8. In cima alla classifica negativa Turchia (41) e Grecia (34). Gli stati che ne consumano di meno, invece, sono Cile e Olanda. Nel caso della percentuale di antibiotico-resistenza, l’Italia è seconda solo a Turchia e Grecia, con un 33%, praticamente raddoppiata rispetto a dieci anni fa.

I consigli per mettersi al riparo

L’Ocse, nel ricordare che se le azioni necessarie non sono messe in atto con urgenza, si rischiano conseguenze catastrofiche, suggerisce: “Il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza e monitoraggio esistenti, sia nella comunità che nell’ambiente ospedaliero; l’adozione di una serie di obiettivi, concordati a livello globale e misurabili, per la riduzione dell’incidenza tra gli esseri umani e gli animali; il rafforzamento degli sforzi in corso per razionalizzare l’uso di antimicrobici e prevenire la diffusione di antibiotico-resistenza negli esseri umani e nel settore zootecnico; la promozione della ricerca e dello sviluppo di nuove terapie antimicrobiche, tra cui il miglioramento delle misure di biosicurezza in agricoltura; il rafforzamento del coordinamento tra i paesi per sviluppare un vero e proprio piano d’azione globale per affrontare l’antibiotico-resistenza.

Intanto approvato un nuovo antibiotico

L’Aifa ha infatti autorizzato la rimborsabilità in classe H per ceftolozano/tazobactam, un antibiotico efficace contro i batteri Gram-negativi resistenti alle attuali terapie antibiotiche. Agendo in maniera più mirata, infezioni più difficili da abbattere, è considerato un “antibiotico chirurgico”.

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