Latte in polvere e neonati: il nuovo allarme sull’olio di palma

Una ricerca che  sembra dimostrare come le preoccupazioni sull’olio di palma che stanno agitando l’Europa siano tutt’altro che il frutto di una campagna allarmistica, come amano ripetere dalla lobby dell’olio di palma.

In particolar modo quando l’allerta riguarda i consumatori più deboli, i bambini in età pediatrica.

Lo studio che dovrebbe mettere in estrema agitazione tanto i genitori che utilizzano latte in polvere per i propri figli che le autorità sanitarie europee è firmato da Renata Jędrkiewicz, Agnieszka Głowacz-Różyńska, Justyna Gromadzka, Adam Kloskowski e Jacek Namieśnik dell’Università polacca di Gansk.

Latti tossici in vendita in Europa

Gli scienziati hanno analizzato 24 latti in polvere, gran parte dei quali venduti in tutta Europa, nelle categorie base, anticolica, antireflusso, ipoalergici, senza lattosio, arricchiti con DHA, per prematuri. I risultati non lasciano spazio a dubbi: la contaminazione da 3-Mcpd va da 0,13 a 4,80 ppm. Questa sostanza che si forma durante la raffinazione degli oli vegetali ad alte temperature (circa 200 gradi) e presente in particolar modo nell’olio di palma è genotossica nei ratti e sospettato di essere cancerogeno per l’uomo

L’Efsa a inizio maggio ha fissato una soglia di 0,8 mcg per chilo di peso corporeo: dunque secondo questa ricerca siamo a già 4 volte oltre il limite per questi latti in polvere con il migliore dei campioni. E si arriva sino a circa 115 mcg per chilo di peso corporeo – ovvero 150 volte la soglia Efsa – con il peggiore latte analizzato.

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Gli sponsor del palma tranquillizzano

Possibile che, di fronte a questo tipo di allarmi, l’Unione italiana olio sostenibile (la lobby che al suo interno comprende anche Nestlé che produce diversi latti in polvere a base di palma) continui a sostenere che la situazione sia sotto controllo?

Appena giovedì scorso, la lobby che associa industrie importanti dell’alimentare (come Unilever, Ferrero e Nestlé) ha voluto organizzare un evento con alcuni giornalisti per tentare di tranquillizzare l’opimione pubblica. Affermando, come ha fatto Giorgio Donegani (Tecnologo alimentare e divulgatore scientifico): “In questi ultimi 10 anni la comunità scientifica (dall’Istituto Mario Negri, fino all’Istituto Superiore di Sanità) e le autorità sanitarie hanno dato rassicurazioni sull’assenza di effetti tossici dell’olio di palma. A oggi, stiamo aspettando che la Commissione Europea dia delle indicazioni di comportamento rispetto al parere dell’Efsa”.

E, ha sottolineato, come solo in Italia e Francia quello dell’olio di palma sia diventato un problema per i consumatori che rifiutano in massa i prodotti che lo contengono. (come hanno dichiarato a Monica Rubino per Repubblica)

A parte la disinvoltura con cui si giura su rassicurazioni che in pochi hanno dato davvero, sarebbe davvero bene che gli industriali (o almeno quei pochi che sono rimasti a difendere l’olio di palma) prendessero atto dei dubbi e dei numeri che provengono dalla comunità scientifica. E in questo caso anche al di fuori di Francia e Italia.