Biotech, Bayer offre 62 miliardi per comprare Monsanto

La proposta d’acquisto che potrebbe dar vita al colosso biotech più grande del mondo è arrivata: 62 miliardi di dollari messi sul piatto dalla tedesca Bayer per acquisire l’americana Monsanto. A renderlo noto è stata la stessa società tedesca dopo che le voci degli ultimi giorni aveva creato oscillazioni in borsa e preoccupazione nei portatori d’interesse vicini alle due aziende. L’Opa consiste in 122 dollari per azione, ossia il 37% in più rispetto alla chiusura di 89,03 dollari del 9 maggio scorso, e nell’offerta è compreso anche un debito netto di 9 miliardi di dollari.

La regina degli Ogm

La Monsanto (18mila dipendenti e un fatturato di oltre 14 miliardi di dollari) è un nome molto conosciuto sia da chi lavora in agricoltura che da ambientalisti e consumatori di tutto il mondo, soprattutto come produttore di sementi Ogm, settore in cui è il leader mondiale. In varie parti del mondo movimenti di agricoltori hanno più volte puntato il dito contro la politica aggressiva per imporre l’agricoltura biotech, accusata di spingere i contadini a diventare dipendenti da sementi create apposta per non poter essere utilizzate da raccolto a raccolto successivo. Sugli Ogm, in generale, da decenni la comunità scientifica è divisa: esistono diversi studi su cavie che sostengono la tossicità dei prodotti transgenici. Per questo, ad ogni richiesta di approvazione di commercializzazione mangimi e mais Ogm della Monsanto in Europa, regolarmente accordata dall’Efsa, si sono levate le proteste di associazioni di consumatori e ambientalisti.

Un matrimonio a base di glifosato

Anche il Round up, l’erbicida che contiene il glifosato, è un prodotto Monsanto. Sul glifosato nelle scorse settimane si è consumata un’aspra battaglia in Europa, nata dal parere dell’Oms sulla probabile cancerogenicità della sostanza, contraddetto prima dallEfsa e poi dalla stessa Organizzazione mondiale della salute che in uno report congiunto con la Fao, ha ritrattato a due giorni dalle votazioni sul prolungamento delle concessioni da parte dell’Ue.  Una decisione che a molti è sembrata di matrice politica, data anche la presenta di alcuni membri dell’Ilsi, la lobby agroalimentare di cui fanno parte Monsanto e Biotech all’interno del gruppo di esperti Fao-Oms,e che ha spinto la Commissione a rimandare la decisione.

 

Bayer, una storia lunga e tormentata

A tentare la scalata del colosso americano è la Bayer Ag, oltre 36 miliardi di euro di fatturato, azienda chimica-farmaceutica tedesca ultrecentenaria famosa nel mondo soprattutto per aver inventato l’aspirina. Per gli appassionati di storia, due aspetti del passato dell’azienda sono particolarmente interessanti: l’assorbimento della stessa nella Ig Farben, l’industria di stato che durante il regime nazista produsse il famigerato  Zyklon B, la sostanza usata per le camere a gas nei campi di concentramento; la registrazione e diffusione dell’eroina come farmaco da fine Ottocento , inizialmente usato come sedativo della tosse analgesico, e poi abbandonato. Più recentemente, negli anni ’80 e ’90, la Bayern è finita al centro di uno scandalo, per la vendita di sangue infetto da Hiv e epatite con cui sono stati infettate migliaia di persone. Altri casi controversi che hanno riguardato l’azienda tedesca sono le ricadute ambientali dell’insetticida Gaucho, sostenute dagli apicoltori francesi, e l’accusa del 2001 da parte del ministro della sanità tedesco di allora, secondo cui la Bayer non aveva diffuso i dati di un rapporto allarmante sugli effetti del Lipobay, farmaco per i problemi cardiovascolari, poi ritirato dal mercato.

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Terza grande fusione in poco tempo

La probabile fusione dei due colossi avviene in uno scenario di contrazione del mercato del biotech, dovuto alla combinazione tra discesa dei prezzi delle materie prime agricole e scorte di magazzino elevate . Non a caso, altri due colossi del settore, le americane Dow Chemical e DuPont hanno avviato una fusione, così come la cinese China National Chemical Corp e la svizzera Syngenta. Se la Monsanto accetterà l’offerta di Bayer, la parola passerà ai relativi antristrust, che potrebbero muovere pubbliche perplessità per la concentrazione sempre più spinta in un settore così delicato come quello delle biotecnologie.