Via libera dell’Oms alle zanzare Ogm contro lo Zika

“Vista la gravità della crisi del virus Zika, l’Oms incoraggia i paesi coinvolti ad aumentare tanto i vecchi come i nuovi metodi di controllo della zanzara Aedes aegypti”. Con questo comunicato, emesso oggi, l’Organizzazione mondiale della salute ha dichiarato di appoggiare i test con zanzare geneticamente modificate attraverso un betterio che infetta gli insetti che trasmettono lo zica, la dengue, la chikungunya e la febbre gialla.

 

OGM: SOLUZIONE O CAUSA?

Inevitabili le polemiche di chi teme che questa tecnica possa portare a una nuova specie difficile da tenere sotto controllo. Una sorta di zanzara-frankenstein che spaventa. E che non può che dare maggiore risonanza ai dubbi di chi, come il Pcst un gruppo di medici argentini, associa un larvicida chimico introdotto in Brasile proprio nel 2014 per produrre malformazioni nelle zanzare alla crescita esponenziale dei casi di microcefalia.

Il prodotto chimico, conosciuto come Pyriproxyfen è stato usato in maniera massiccia nei programmi governativi brasiliani ed è stato prodotto dalla Sumitomo Chemical una compagnia che collabora con Monsanto. “Le malformazioni riscontrate nei bambini nati da donne che vivono in zone così fortemente esposte ai trattamenti con Pyriproxyfen non possono essere una coincidenza” hanno scritto i medici di Pcst in una denuncia pubblica.

 

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LA SOLUZIONE ITALIANA

È quella che non utilizza il transgenico contro le zanzare. E che è sperimentata da anni dal Centro agricoltura ambiente (Caa) di Crevalcore, in provincia di Bologna in Emilia-Romagna sulla zanzara tigre.

Il metodo detto “dell’insetto sterile” (Sit) attraverso l’irraggiamento delle larve “allevate” in laboratorio punta a limitare la capacità riproduttiva degli insetti responsabili della malattia e prevede l’immissione nell’ambiente di una grande quantità di maschi  resi sterili, ma in grado di accoppiarsi con le femmine selvatiche rendendole a loro volta sterili. Un metodo che porta alla diminuzione progressiva del numero di zanzare e quindi del rischio di trasmissione del virus. Da anni il Caa lavora in questa direzione, conseguendo ottimi risultati in progetti pilota realizzati in Emilia-Romagna.