L’Aeeg rinunci alla tariffa che premia chi consuma di più

L’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico faccia un passo indietro sulla Riforma delle tariffe e smantelli la logica in base alla quale maggiore è il consumo di energia e maggiore sarà il risparmio. A meno che non voglia incoraggiare il consumo di energia elettrica prelevata dalla rete, che è ancora prevalentemente prodotta da fonte non rinnovabile, disincentivando ogni forma di risparmio.

È questo, in sintesi, il contenuto di una lettera aperta inviata all’Authority da  Adusbef, Codici, Greenpeace, Italia Solare, Kyoto Club, Legambiente e WWF.

La questione della bolletta che premia chi consuma di più e in definitiva i ricchi, penalizzando i poveri, era stata lanciata già a giugno dal Test con un articolo di Giulio Meneghello che anticipava il lavoro dell’Autorità per l’Energia che dovrebbe essere operativo a partire dal primo gennaio 2016. La riforma proposta ha appena concluso la fase di consultazione e sarà annunciata nella sua forma definitiva a novembre, ma già da ora si può fare una valutazione su chi ci guadagnerà e chi ci rimetterà. A conti fatti sarà una novità positiva per chi ha consumi alti mentre chi consuma poco pagherà in proporzione di più.

LA TRAPPOLA DELLA TARIFFA PIATTA

La riforma del sistema tariffario dei clienti domestici, predisposta dall’Autorità eliminerà la struttura progressiva delle nostre tariffe, cioè il meccanismo per cui, fino ad ora, in Italia chi consuma poco paga il kWh meno di chi consuma di più. Si introdurrà insomma una tariffa flat – piatta – in cui tutti pagheranno lo stesso prezzo al kWh, a prescindere dai consumi. Oltre a questa grossa novità, che già suscita polemiche, l’Autorità propone altri cambiamenti: rivedere le soglie di potenza installata in base alla quale cambiano i costi fissi – introducendo più livelli di potenza tra cui scegliere – e riconsiderare la distinzione residenti-non residenti, fino a eliminarla dal 2018. Infine gli oneri di sistema e di rete, le componenti della bolletta che vanno a sostenere i costi del sistema elettrico, che ora pesano per circa il 40% del costo del kWh, verrebbero in parte spostate dalla parte variabile ai costi fissi.

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Con il risultato che chi consuma meno pagherà di più la parte variabile e subirà anche un aggravio dei costi fissi.

 

CHI CI GUADAGNA

A guadagnarci sono gli utenti con consumi alti. Ad esempio la famiglia che ha 6.000 kWh all’anno di consumi e una potenza impegnata di 5 kW, magari perché usa pompe di calore elettriche, risparmierà oltre 600 euro l’anno. Vantaggi anche per i non residenti con consumi alti. Per esempio studenti o lavoratori fuori sede: con 4.000 kWh l’anno risparmierebbero quasi 200 euro, mentre un single con consumi bassi pagherebbe oltre 70 euro in più.

 

PENALIZZATA L’EFFICIENZA E IL RISPARMIO

Paradossalmente le critiche più aspre sono di chi spinge per l’elettricità verde. Gian Battista Zorzoli, presidente onorario di Free, il Coordinamento per le rinnovabili e l’efficienza energetica, attacca: “La riforma aumenterà la forbice fra redditi alti e bassi. Visto il costo ridotto dell’elettricità consumata, poi, proprio chi è in condizioni di permetterselo potrebbe essere meno invogliato a investire per migliorare l’efficienza”.

 

CHICCO TESTA: “MA C’È QUALCUNO CHE PAGA LA BENZINA DI MENO PERCHÉ È POVERO?”

Chicco Testa, presidente di Assoelettrica, l’Associazione dei produttori elettri- ci, è tra gli entusiasti e lamenta che con l’attuale struttura chi consuma di più paga in parte anche per chi usa meno elettricità. “Per le famiglie meno abbienti c’è il bonus elettrico: se necessario, aumentiamone la capienza, ma non trasferiamo funzioni di carattere sociale sui prezzi dei beni. C’è forse qualcuno che paga la benzina di meno perché è povero? E perché mai lo sconto deve ricadere su chi ha commesso il peccato di fare tre figli, per cui guadagna magari quanto il presunto povero ma è costretto a consumare di più?”. Considerazioni che lasciamo commentare ai lettori.