Expo2015, si squarcerà anche il velo sul TTIP?

Quando si parla di sicurezza alimentare, come dovrebbe essere a Expo2015, non si può evitare un argomento che sta impegnando l’Unione europea e gli Stati Uniti in una contrattazione a porte chiuse che potrebbe avere un impatto devastante, con l’abbattimento degli standard europei di qualità dei prodotti e dei servizi e imporre l’omologazione tra le due sponde dell’Atlantico delle norme sui contratti di lavoro e degli appalti pubblici. Con due obiettivi: libera e incondizionata circolazione delle merci e in caso di controversia con la legislazione nazionale, il giudizio non già di una corte ordinaria ma di un tribunale speciale.
Parliamo del Ttip, il Transatlantic trade and investment partnership, un tema ignorato in Italia, il paese con il più basso livello “di divulgazione mediatica sugli effetti” che il Ttip, il Trattato per il commercio e gli investimenti, potrebbe avere sui cittadini-consumatori.
In questi mesi qualcosa è trapelato dalle segrete stanze e tanto è bastato per percepire le possibili conseguenze che il Ttip può avere.

L’APRISCATOLE AMERICANO
“Con il Ttip l’amministrazione americana e i colossi statunitensi della chimica e dell’alimentare sperano di poter aggirare la legislazione europea – di sicuro più ferrea nelle autorizzazioni e attenta a tutelare il consumatore – e di sbarazzarsi finalmente del principio di precauzione”, spiegava in passato Gianni Tamino, biologo ed esperto di sicurezza alimentare con esperienza nelle istituzioni europee, in un’intervista al Salvagente. Evidenziando i rischi che il Trattato transatlantico di liberalizzazione commerciale Usa-Ue può rappresentare per il cittadino europeo.
Proprio il principio di precauzione – secondo Tamino – è uno dei punti dirimenti al centro delle segrete trattative per concludere il Ttip. “Gli statunitensi hanno provato sempre a contrastare questa clausola di salvaguardia che è in vigore solo in Europa. Per intenderci: è in virtù del principio di precauzione che la Ue blocca l’importazione di carne bovina trattata con gli ormoni o di alimenti Ogm senza alcuna restrizione”.
Ma cosa stabilisce il principio di precauzione? Che in assenza di evidenze scientifiche, ma in presenza anche di soli ragionevoli dubbi, si può condizionare o negare l’autorizzazione di una certa sostanza o l’immissione in commercio di un determinato prodotto. In virtù del principio di precauzione ad esempio si può vietare l’impiego di un certo composto chimico nei prodotti destinata alla prima infanzia oppure si può obbligare il produttore a dichiarare in etichetta la presenza di una sostanza ritenuta potenzialmente dannosa.

VIA LIBERA AGLI OGM

Ancora un esempio ce lo forniva proprio Gianni Tamino: “Nonostante non ci sia l’evidenza scientifica che gli Ogm siano dannosi per la salute umana, tuttavia esistono fondati dubbi scientifici sulla loro nocività. Per questo la Ue li regolamenta in modo molto stringente mentre gli Usa, dove non esiste il principio di precauzione, li ha sempre autorizzati tout court”.
Il rischio per l’Europa sarebbe grande. “Premesso che i testi oggetto di negoziato sono segreti, sembrerebbe che si stia per sancire il principio in base al quale se un paese autorizza un determinato prodotto, quel prodotto può essere venduto anche nel paese partner anche se entra in contrasto con la legislazione nazionale. Questo aprirebbe le porte della Ue a Ogm, carne trattata con gli ormoni, all’utilizzo di interferenti endocrini e del cloro per disinfettare il pollo”, ci spiegava Tamino.
E in caso di controversia tra uno Stato e un’azienda, il Trattato prevederebbe delle giurie speciali, i cosiddetti tribunali d’arbitrato commerciale, regolati non dalla legislazione nazionale ma sempre dagli accordi tra le parti.

guarda la scheda COSA SI RISCHIA CON IL TTIP

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